Elisabetta Rossi

Photography Angelo Cricchi
Styling Giuseppe Troncone
Make-Up Costanza Stefanìa
Hair and Manicure Noemi Turrini

 

DIGITAL COVER STORY
Elisabetta Rossi 
wears total look Michael Kors

words Elisabetta Rossi in conversation with Angelo Cricchi

“MI chiamo Elisabetta Rossi è sono diventata sorda all’età di 3 anni. 
A 17 anni mi sono sottoposta a un’operazione molto delicata che ha sensibilmente migliorato la qualità della mia vita. Chi critica la scienza non capisce quanti aiuti può dare alle persone con disabilità. Mi sono sottoposta a due interventi chirurgici, cioè due impianti cocleari ovvero due orecchie bioniche.
Il primo rumore che ho udito sono le mani di mia madre che scansa le briciole dal lenzuolo del mio letto di ospedale, appena risvegliata dall’operazione. Un rumore come di carta vetrata. L’audio non era perfetto. C’erano molti rumori di sottofondo. L’udito non è per tutti uguali e questi processori devono essere regolate. Prima dell’operazione sentivo solo un rumore di sottofondo indistinto Il canto degli uccelli è il suono che mi ha maggiormente stupito. Non me lo aspettavo! Come una sinfonia. E’ meraviglioso! Mi piace nuotare perché sott’acqua non ci sono rumori e siamo tutti uguali. Adoro nuotare sottacqua e perdermi nella mancanza di suoni. Ascoltare la musica non mi ha sconvolto. Io ho sempre sentito le vibrazioni sonore ed andavo a ballare in discoteca anche prima della operazione. Quando perdi un senso ne sviluppi altri. Per me l’odore è stato un destino. Sentivo gli odori di tutti. Specialmente a scuola. Mi accorgevo di tutto, persino quando la professoressa aveva le sue cose. Ovviamente leggo il labiale. Oggi meno bene di prima. Nelle cose d’amore non mi sono sentita mai particolarmente indicata come disabile. Ho avuto un ragazzo a 14 anni che mi ha molto amata e mi ha fatta sentire accettata. La notte levo i processori e torno nel silenzio. Lascio il telefono in modalità aereo sotto il cuscino e mi sveglio con la vibrazione. Ora sono felicemente single e per un uomo è difficile accettare la vita che faccio. Ho scelto di fare la modella. Era un sogno che avevo e non credevo ci sarei davvero riuscita. Ora lavoro soprattutto per campagne pubblicitarie di marchi moda. Non basta quello che hai se non sai chi sei. Bisogna ascoltarsi. Solo in questo modo possiamo superare i nostri limiti. Io credo di averlo sempre fatto, mettendomi in gioco e in discussione. Conoscendomi… non ho ancora finito! Bisogna imparare a ballare anche quando non c’è musica.”

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