Paolo Camilli

Photography Antonio Guzzardo
Styling Giuseppe Troncone
Grooming Francesca Calaresu
Styling Assistant Jacopo Greco
at Edit Studio

 

DIGITAL COVER STORY
Paolo Camilli
wears total look Roberto Cavalli

 

Interview Giovanni Merone

Paolo Camilli, marchigiano classe ’86, si è imposto negli ultimi anni al grande pubblico come attore comico anche grazie ad una prolifica produzione di contenuti sui social. Questa però è solo la “punta dell’iceberg”, perché in realtà Paolo vanta una solida e poliedrica formazione artistica che lo ha portato a lavorare dalla televisione (ricordiamo l’esordio nella TV delle Ragazze di Serena Dandini) in numerosi programmi di successo, alle serie TV/fiction (tra cui la seconda stagione di The White Lotus), passando per il teatro, la sua prima e costante passione alla quale è tornato negli ultimi anni anche nella veste di autore e regista. Conosciamo meglio il giudice di Drag Race Italia 2023.

Paolo, ci hai abituati a sketch esilaranti nei quali si intravede tanta satira di costume e non soltanto: temi come l’omofobia, i corpi non conformi, gli stereotipi di cui è vittima la comunità LGBTQ+, etc. Ti definisci un attivista?
Posso dire? Sì! Fino a qualche tempo fa a questa domanda avrei risposto no. Forse perché inconsciamente all’immagine di attivista avevo sempre associato solo quella di chi scende in piazza per protestare, senza paura, anche con il rischio di farsi arrestare. Col tempo ho capito che non esiste una gerarchia di attivismo. Che tuttə possiamo essere attivistə, ognunə con i propri mezzi, modi, linguaggi. Anche vivere la propria vita liberamente ogni giorno, senza paura del giudizio degli altri, è fare attivismo.

In questo senso, i social network offrono visibilità a chi sa creare contenuti accattivanti e allo stesso tempo possono veicolare messaggi importanti a proposito di inclusività. Pensi questo plus che metti nei tuoi contenuti sia una parte importante del tuo successo?
Più che del mio successo, credo siano una parte fondamentale della mia credibilità. Quello che faccio, lo faccio sempre perché lo sento. Forse è questo quello che arriva, o almeno lo spero.

Parliamo di omofobia nel mondo dell’arte e dello spettacolo. Ti ci sei dovuto scontrare nel corso della tua oramai lunga carriera? Oggi i tempi sono veramente cambiati?
Sicuramente ci sono ancora pregiudizi e stereotipi. Ad esempio può capitare che qualcuno pensi ancora che se sei apertamente omosessuale non sei credibile in ruoli etero. In passato ho letto provini con l’indicazione “ragazzo gay”, ma poi nella sceneggiatura scoprivi che la vita sentimentale del personaggio non faceva parte del racconto ma serviva solo per richiedere un’interpretazione un po’ “sopra le righe”. Circa un anno e mezzo fa, una giunta di un comune nel nord Italia, aveva cancellato una data di un mio spettacolo che trattava tematiche lgbtqia+, con la motivazione “lo spettacolo non è nelle corde del nostro pubblico”, un pubblico che non si sarebbe ritrovato uno spettacolo gratuito in piazza, ma che avrebbe scelto liberamente di vedere lo spettacolo, pagando un biglietto. Una vera e propria censura! Insomma, di strada ce ne è ancora tanta da fare. Quando accadono queste situazioni è giusto indignarsi, è sano arrabbiarsi, fare nel proprio piccolo qualcosa che contribuisca a cambiare le cose. Sempre con la consapevolezza che, se nonostante tutto quella singola nave non va in porto, ce ne saranno altre, ma intanto ci hai provato, per te e per chi verrà dopo. 

A proposito di televisione, come descriveresti la tua esperienza come giudice di Drag Race Italia 2023?
Unica! È stata l’occasione giusta per iniziare a mostrarmi sotto un’altra luce: non più Paolo Camilli attore che interpreta un personaggio o un ruolo, ma Paolo Camilli che ha un ruolo e si mostra senza filtri. Questo è un nuovo inizio! Inoltre ho trovato compagnə di viaggio meravigliosə. Partendo dalla parte autorale, fino a Priscilla, Paola, Chiara e alle magnifiche 13 queens. Fidatevi, ci sarà da divertirsi sempre più, puntata dopo puntata!

Si dice che il teatro rappresenti il non plus ultra dell’espressione artistica di un attore. Condividi, o pensi sia solo un luogo comune?
Condivido ma in parte: l’espressione artistica di un attore si può manifestare, al suo massimo livello, attraverso svariati canali. Puoi vivere una catarsi anche guardando semplicemente un film. Il teatro è senza dubbio un canale potentissimo, perché immersivo, vivido ed esperenziale. Vorrei tanto che culturalmente il teatro entrasse sempre più nelle aule scolastiche come attività curricolare.

Puoi anticiparci qualche progetto che hai in cantiere per il prossimo futuro?
In questi ultimi mesi ho girato due film, uno prodotto da Netflix Netherlands e uno, “Leopardi & Co”, al fianco della magnifica Whoopi Goldberg, che usciranno prossimamente. Sto lavorando anche ad un nuovo progetto teatrale comedy per il 2024. Che dire, keep in touch!

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